Acri
|Di dimensioni modeste (21.000 abitanti) Acri è una città calabra, posta nel settore nord-orientale della provincia di Cosenza. Nonostante la dimensione limitata e la posizione poco agevole (è posta alle pendici della Sila, sul Monte Noce) l’abitato offre diversi monumenti, che rendono la visita opzione gradevole.Il catalogo può così iniziare dal cosiddetto Castello di Acri. Posto su un poggio che consente di controllare il territorio circostante, il Castello è stato via via occupato dalle diverse popolazioni del luogo. La struttura originale risale ai Bruzi, il popolo pre-romano che dominò l’Italia centro-meridionale, e da loro prende il nome di Rocca dei Bruzi. Dopodiché, nel Medioevo il territorio viene controllato dalla Diocesi di Bisignano che finanzia la costruzione della Chiesa di San Nicola, che ne X secolo dopo Cristo portò ad un’ulteriore elaborazione della struttura. Nelle fondamenta dell’edificio sono state poi rinvenuti ulteriori reperti, che fanno ipotizzare la presenza di una chiesa ben più antica, d’origine paleocristiana. Inoltre, archeologi locali hanno portato alla luce monete ed altre oggetti opera dell’antica Sibari e Crotone. Diventa così probabile come il Castello sia stato controllato da coloni della Magna Grecia, in rapporti (commerciali o bellici) con i grandi centri dell’epoca. La Chiesa della Madonna del Rinfresco è più recente, ma altrettanto ricca di storia. Secondo la leggenda locale, nel 1521 un’anziana donna di Acri si recava al fiume per il bucato. Stanca per il lavoro dovette fermarsi ed, in cerca di aiuto, invocò la Vergine. La Madre di Dio apparve, chiedendo di scavare un pozzo, per dissetare i locali e cancellare i misfatti del luogo. Nel ‘400, quella zona era stata teatro del massacro degli abitanti della Giudecca, il quartiere ebraico, massacrati dai soldati dell’esercito aragonese. La testimonianza della donna arrivò alle autorità ecclesiastiche, che diedero il via ai lavori di scavo, subito compensati dalla scoperta dell’acqua, da quel momento destinata ai bambini, portati in loco con una speciale processione. Ancora oggi, i calabresi si recano al pozzo vicino alla chiesa, prelevando una bottiglia d’acqua e chiedendo grazie alla Madonna. Purtroppo, l’originale chiesa del Cinquecento è stata distrutta, sostituita da una costruzione più moderna.
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